Test Ansia Sociale e Fobia Sociale. Scopri in che rapporto sei con gli altri… e se sei un wallflower*
Test Ansia sociale e Fobia Sociale. L’ansia sociale è causa di un profondo malessere. Le persone che ne soffrono tendono a isolarsi e fare vita ritirata. Pur essendo persone ricche e sensibili, hanno una bassa autostima e poche relazioni sociali. Timorose di ogni possibile giudizio, evitano di esporsi in pubblico, perdendo occasioni e opportunità, affettive e professionali.
In questo test ansia sociale tenteremo di stabilire se sei un wallflower. In una situazione sociale è definita *“Wallflower” (fiore da parete) una persona che a causa della timidezza o della scarsa popolarità tende a non socializzare. E’ una persona che può essere straordinariamente sensibile e ricca di talenti, che invariabilmente non riesce ad esprimere in contesti sociali. ll termine inglese “Wallflower” deriva dalla tendenza di questo tipo di persone ad isolarsi dai gruppi, rimanendo ai margini (per esempio, addossate alla parete, in una sala da ballo, piuttosto che nel vivo della festa).
“No veramente non mi va, ho anche un mezzo appuntamento al bar con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è, non è che alle dieci state tutti a ballare in girotondo, io sto buttato in un angolo, no…ah no: se si balla non vengo. No, no…allora non vengo. Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto così, vicino a una finestra di profilo in controluce, voi mi fate: “Michele vieni in là con noi dai…” e io: “andate, andate, vi raggiungo dopo…”. Vengo! Ci vediamo là. No, non mi va, non vengo, no. Ciao, arrivederci Nicola” –
Michele Apicella (Nanni Moretti) al telefono con l’amico Nicola. Dal film: “Ecce Bombo”
Vuoi scoprire se sei un Wallflower, e se l’ansia sociale e la fobia sociale sono un tuo problema? Scoprilo con questo semplice test ansia sociale. 10 Domande, 5 minuti.
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CONSIGLI DI LETTURA
“Noi siamo infinito. Ragazzo da parete”
Fra un tema su Kerouac e uno sul “Giovane Holden”, tra una citazione da “L’attimo fuggente” e una canzone degli Smiths, scorrono i giorni di un adolescente per niente ordinario. L’ingresso nelle scuole superiori lo lancia in un vortice di prime volte: la prima festa, la prima rissa, il primo amore – per la bellissima ragazza con gli occhi verdi che quando lo guarda fa tremare il mondo. Il primo bacio, e lei gli dice: per te sono troppo grande, però possiamo essere amici. Per compensare, Charlie trova una che non gli piace e parla troppo: a sedici anni fa il primo sesso, e non sa neanche perché. Allora lui, più portato alla riflessione che all’azione, affida emozioni, trasgressioni e turbamenti a una lunga serie di lettere indirizzate a un amico, al quale racconta ciò che vive, che sente, che ha intorno. Dotato di un’innata gentilezza d’animo e di un dono speciale per la poesia, il ragazzo è il confidente perfetto di tutti, quello che non dimentica mai un compleanno, quello che non tradisce mai e poi mai un segreto. Peccato che quello più grande, fosco e lontano, sia nascosto proprio dentro di lui.
10 commenti
M voglio complimentare con questa pagina. Di solito non scrivo commenti e non recensiono mai positivamente niente perchè la vedo come una perdita di tempo, ma ne vale la pena esprimere qualche parola per questa pagina. Avete colto a pieno la mia diagnosi sull’ansia e mi avete impressionato positivamente. Spero in una vostra crescita come pagina e vi stimo. Imboccalupo !
Ciao Massimo io ho lo stesso problema. Mi piacerebbe fare amicizia con persone della mia stessa problematica. Vi invito a rispondermi grazie! Alessandro da Genova.
Voltaire dice: “L’apprezzamento è una cosa meravigliosa; fa sì che ciò che è eccellente negli altri appartenga anche a noi”. Caro Massimo, aggiungiamo che per apprezzare qualcosa negli altri occorre avere un vero valore dentro di sè.
apprezzo le persone che:ce la fanno non voglio che nessuno entri in casa mia vado sotto stress subito al suono del citofono non rispondo e mi sento ancora e sempre peggio e questa insofferenza si protrae verso gli altri…..non sopporto le critiche rivolte a terze persone , l’invadenza fisica e il giudizio verbale verso terzi …..
Ecco, beccato!
Ogni paragrafo mi rappresenta.
Questo modo di essere è un profondo ostacolo verso la vita, dato che sono cosciente di quanto l’abilità comunicativa, di relazionarsi con le altre persone sia importante per emergere e portare a termine progetti importanti.
Esprimersi verbalmente è per me molto difficile sin dai tempi della scuola dove i voti degli scritti sono sempre stati superiori agli orali per ovvi motivi.
I professori, mi dicevano sempre che durante gli scritti era come se si trovassero di fronte un’altra persona e difatti era proprio cosi.
A volte, vorrei esprimermi verbalmente nello stesso modo in cui scrivo.
Purtroppo la maggior parte delle persone che ho incontrato durante la mia esistenza, ha approfittato di questa mia insicurezza – anche “bullizzandomi”- portandomi a una maggiore introversione.
Ad oggi, soffro di grandi crisi di ansia e panico specie quando devo affrontare situazioni importanti anche perché tendo sempre a vederle ingigantite rispetto a quello che in realtà poi sono.
Ho 33 anni e mi sento un adolescente complessato, cosa per me gravissima.
Ho provato in vari modi a contrastare questo mio modo di essere odioso ma… Sono cosi e non c’è nulla da fare.
In un mondo di leoni sono una pecora e affrontare il mondo è sempre più complicato rispetto a una persona “normale”.
Concludo complimentandomi per l’incredibile capacità di comprendere le persone come me.
Io ho 32 anni e mi sento così come te. La cosa mi si è aggravata quando ho avuto persone attorno a me che nel provare a vedermi emergere erano invidiosissime. È come sapere che essendo me stessa in tranquillità in un gruppo, c’è sempre qualcuno che ne sarà infastidito e ho paura della conseguenze. Non so come uscirne, perché è come se essendo me stessa completamente e cacciando fuori le mie qualità,qualcuno accanto a me ne sarà dispiaciuto. È una dinamica difficile da debellare.
Solo adesso mi rendo conto che i miei vecchi problemi di distacco emotivo hanno lasciato un abisso fra me e quello del mondo esterno che amo. Più che di giudizio, credo si tratti di sfiducia; di una paura verso qualsiasi cosa, che ascolto freddamente, come un rombo lontano.. una solitudine che vivo da sempre come un rito giornaliero o una vecchia abitudine. Questo mi succede quando incontro altre persone, o le immagino relazionarsi con me. Per il resto sono una persona abbastanza felice.. ho un passato, un presente e un futuro. Però l’affetto, e soprattutto l’interesse, di chi mi sta vicino continua ad cogliermi di sorpresa: un senso di apertura che un po’ mi spaventa, un po’ mi commuove, un po’ mi imbarazza.
È difficile parlare di queste cose, vi ringrazio!
Caro Giggi,
Tutti noi abbiamo delle difese con le quali cerchiamo di proteggerci da ciò che temiamo. Lei dice di sentire un “distacco emotivo” accompagnato da sfiducia e paura verso qualsiasi cosa. A me sembra che lei si sia costruito uno scudo protettivo che le impedisce di entrare veramente in contatto con il mondo esterno. Mi fa venire in mente un interessante volumetto, che le consiglio di leggere, il cui titolo è :”Il Re solo soletto”, di cui le anticipo una parte della trama.
” C’era una volta un regno povero, ma così povero che tutti gli abitanti decisero di trasferirsi nel regno vicino. Alla fine, dopo tutte quelle partenze, nel regno rimase una persona sola. Una persona che non poteva andarsene, perché altrimenti il regno avrebbe smesso di essere un regno. Quella persona, naturalmente, era il re: il re Solosoletto. Ma come portare avanti un regno senza l’aiuto di un paggio che lo aiuti a vestirsi, di un cuoco che prepari da mangiare, di un giullare che gli allieti i pomeriggi e di un Comandante delle guardie per dichiarare una guerra e difendersi dai nemici? Il re decide così di diventare anche suddito di se stesso e, cambiandosi continuamente di abito, mantenere la vita di corte così com’era una volta. Ma dopo aver dato feste in onore delle sue altezze “sedie e poltrone” e dichiarato guerra a se stesso attaccando i propri bastioni del castello e correndo subito dopo a difenderli dall’alto, la solitudine resta ancora troppo forte, così il re decide anche di sposarsi… ovviamente con se stesso. Organizza allora una cerimonia sfarzosa in cui unisce in matrimonio se stesso con se stesso. Per fortuna una giovane pastorella…”
Pagina molto interessante. Ha individuato subito il mio problema. Ho una grave forma d’ansia e poca autostima,mi sento sepre stanca e ho la perenne sensazione che tutte le cose brutte capitano solo a me… Ora tocca solo trovare il coraggio di parlarne con qualcuno che possa aiutarmi.
Io più o meno ho lo stesso problema tuo….se vuoi possiamo parlarne.