Psicologia analitica e Gestalt.
Psicologia analitica e Gestalt. Definire Jung Gestaltista non è appropriato, è fuorviante. Ma rendere la Gestalt vicina a Jung, può essere un esercizio interessante.
Perchè può interessarci che la Gestalt abbia dei punti di contatto con Jung?
Non è una novità che la Gestalt teorica abbia molto attinto da Jung, ma a livello pratico possiamo arricchirci dall’interscambio?
E’ ciò di cui vorrei discutere in quanto ho avuto modo di percorrere entrambe le strade per lungo tempo e quello che più emerge in figura è una stretta analogia di carattere anti-teorico.
Certo parlare di anti-teoria a livello pratico e quindi metodologico a proposito di Jung, che molto ha scritto, può sembrare strano, può suonare stonato. Ma se esaminiamo con cura i testi junghiani ci rendiamo ben conto di quanto egli fosse lontano dal voler imporre un apparato teorico. A maggior ragione se prendiamo in esame ad esempio Perls -che era quasi allergico all’elargizione di sistemi pret-a-porter.
Dunque quello di cui abbiamo meno bisogno sono proprio le parole, le parole scritte e parlate, i bla-bla che tanto gonfiano il petto -soprattutto di noi psicologi. Jung diceva appunto che il sapere gonfia.
Allora vogliamo altro, e altro non c’è se non le emozioni, i sentimenti, i brividi lungo la schiena, che solo a volte i silenzi e certi sguardi sanno regalarci.
Confesso questa mia fortissima esigenza. Che auspico condivisa di non mantenere separate Psicologia analitica e Gestalt. Da qualcuno, come me, stanco di assistere ad estenuanti mind-building, come se esibire al meglio il proprio apparato culturale fosse l’unico metodo per rispondere a chi si rivolge a noi per un aiuto o per aggiudicarsi l’attenzione della comunità dei colleghi.
Psicologia analitica e Gestalt: il mio pensiero
Quelle che io identifico come assonanze tra il pensiero junghiano e la psicologia della Gestalt riguardano in ultima analisi proprio questo aspetto: il rifiuto dell’ intellettualizzazione estrema nella pratica clinica.
Qualcuno parlerà di eresia: ma come, la cura delle parole senza le parole, o almeno senza alcune parole?
Nessuno o pochi saranno d’accordo; centinaia di libri incamerati e poi far finta di nulla, nessuna esibizione?
E’ questo il sasso nello stagno.
Dott. Gaetano Marra