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    La gestione dei figli nella separazione e nel divorzio

    La gestione dei figli nella separazione e nel divorzio

    0
    By Pagine Blu on 26 Novembre 2016 Psicoterapia, Psicoterapia familiare, Rubriche

    La gestione dei figli nella separazione e nel divorzio

    In una situazione sociale in cui è più che mai in primo piano la definizione di cos’è una famiglia e di chi ha o meno il diritto alla genitorialità, vi proponiamo una breve riflessione su quello che, in genere, accade in una famiglia che si divide, e di ciò che si può fare perché i propri figli possano vivere un momento difficile nel modo più sereno possibile.

     

    La gestione dei figli nella separazione e nel divorzio.
    La famiglia nella storia

    La storia di ogni famiglia è intessuta di continue metamorfosi e trasformazioni, a seconda delle fasi di vita attraversate dai suoi membri, dei suoi assetti interni e di ciò che succede nel più ampio contesto socioeconomico nel quale la famiglia è inserita. A proposito di quest’ultimo aspetto, si ricorda che l’introduzione del divorzio in Italia è avvenuta solo nel 1970, a seguito di un referendum popolare: prima, solo la morte di uno dei due coniugi sanciva la fine del matrimonio.

     

    Perché il divorzio?

    Ovviamente la possibilità di divorziare fa sì che possano essere arginate situazioni di aperta conflittualità tra i coniugi, che provocano sofferenza protratta non solo nella coppia ma anche nei figli: recidere un legame che è fonte di malessere, per quanto doloroso, è spesso preferibile all’“accanimento terapeutico” su una relazione mortifera.

     

    La gestione dei figli nella separazione e nel divorzio.
    Un’importante distinzione

    È importante sottolineare che, mentre con il divorzio la storia della coppia ha una fine, la famiglia da essa creata permane: si rimane genitori per tutta la vita, tranne in casi estremi. Perciò, seppur divisa, la famiglia continua ad avere una sua esistenza.

     

    La preoccupazione per i figli

    A partire da questa affermazione, ciò che spesso affligge le coppie che si separano è la preoccupazione nei confronti dei figli: come spiegare il perché di una scelta che cambierà in modo significativo la loro vita? Cosa possono fare i genitori per gestire al meglio le situazioni di separazione e divorzio, limitando le ripercussioni dolorose sui figli? Prima di addentrarci nell’argomento, è bene ricordare che non è tanto la separazione dei genitori, quanto la sua cattiva gestione che provoca nei figli traumi difficili da superare (Vegetti Finzi, 2005).

     

    La gestione dei figli nella separazione e nel divorzio: quali effetti sui figli?

    Gli effetti della separazione sui figli dipendono dal modo in cui essa viene percepita e giudicata da loro stessi, dai genitori e dalle persone della loro cerchia, dai cambiamenti nello stile di vita e nei rapporti affettivi che essa determina, nell’immediato e nel corso del tempo (Oliverio Ferraris, 2005). Perciò, il modo in cui i genitori affrontano e gestiscono la separazione si rivela essere decisivo per il mantenimento del benessere psicologico dei figli: in questo senso, ben più che l’aspetto puramente verbale delle comunicazioni, contano gli atteggiamenti e i comportamenti nella quotidianità assunti dai genitori agli occhi dei figli, perché non sono tanto le parole, ma i fatti, a riflettere all’esterno quello che la persona sta vivendo all’interno del proprio sé. Ricordiamo tuttavia che se è vero che i sentimenti dei figli riflettono in gran parte quelli degli adulti, è anche vero che ognuno ha una sua storia e una propria personalità in base alle quali filtra e interpreta gli avvenimenti (Vegetti Finzi, 2005): ad esempio, una coppia di fratelli potrà vivere la separazione dei genitori in due modi completamente diversi, e conservare un ricordo dissimile della medesima esperienza vissuta.

     

    L’importanza di comunicare

    Una cosa fondamentale, che spesso non viene messa in atto, è essere capaci di dire ai figli quanto sta accadendo (Vegetti Finzi, 2005): spesso i bambini, soprattutto i più piccoli, vengono tenuti all’oscuro di tutto con lo scopo (illusorio) di proteggerli. In realtà i figli “assorbono” come spugne il clima presente nell’ambiente in cui vivono, perciò anche se non se ne parla essi vivono le inevitabili tensioni e conflitti in prima persona. Dire ai propri figli che si è deciso di separarsi non è un compito facile, oltre al fatto che la comunicazione dipenderà anche dalla loro età e dalle circostanze in cui avviene la separazione: in ogni caso i messaggi più importanti che dovrebbero arrivare riguardano la continuità dell’essere genitori anche se non si è più coniugi e il fatto che i figli non hanno alcuna colpa né responsabilità.

     

    Trovare un accordo

    Potrebbe quindi essere utile, prima del confronto con i figli, concedersi una tregua e trovare un accordo con il partner su ciò che si dirà (Vegetti Finzi, 2005), in modo tale che si possa trasmettere ai figli fiducia e speranza. Un altro elemento da tenere a mente nella comunicazione di questa notizia riguarda l’importanza di rendersi disponibili a un ascolto autentico dei propri figli, rispondendo alle domande e comprendendo la loro preoccupazione e il bisogno di spiegazioni e chiarimenti. Inoltre è importante ricordare che i tempi della comprensione non coincidono con i tempi dei sentimenti (Oliverio Ferraris, 2005): un figlio può capire a livello cognitivo le ragioni dei genitori, ma può avere bisogno di più tempo per “assimilare” la cosa da un punto di vista emotivo; tutto questo è fisiologico.

     

    Non creare false speranze

    Una volta che la decisione è presa e la si è comunicata ai figli, sarà importante non creare situazioni che possano alimentare nei figli l’illusione che i genitori stiano per tornare insieme: è meglio non creare equivoci (Vegetti Finzi, 2005). Sarà quindi opportuno evitare cene “tutti insieme”, e altre situazioni che possano alimentare la speranza dei figli di poter avere nuovamente entrambi i genitori sotto lo stesso tetto.

    Lasciare spazio alle emozioni

    I genitori dovrebbero tenere a mente che ogni separazione porta con sé immancabili sentimenti di rabbia, abbandono, colpa, vendetta: la serenità è una conquista, non un punto di partenza, e spesso un eccesso di controllo razionale tradisce una prematura “anestesia delle emozioni” (Vegetti Finzi, 2005). Sarà importante evitare di minimizzare il dolore che tutti i membri della famiglia stanno vivendo: per i figli è importante capire che il dolore non va ignorato o vissuto in solitudine, ma espresso, in modo tale che possa essere condiviso e, per quanto possibile, elaborato.

     

    Attenzione a non sfogarsi con i figli

    Questa considerazione è fondamentale per la corretta gestione dei figli nella separazione e nel divorzio; infatti, se è importante non trattenere le emozioni, ciò non deve portare a pensare che i figli possano diventare “contenitori” per sfoghi o confidenze inopportune: non è giusto considerare i figli interlocutori alla pari, poiché la relazione tra genitore e figlio è sempre asimmetrica. Sarà quindi bene evitare di lamentarsi con il figlio del proprio ex compagno. Questo suggerimento può apparire banale, ma in momenti di esasperazione e rabbia è facile cedere alla tentazione di addossare la responsabilità della separazione e di tutto il dolore che ne consegue al partner, discolpandosi così agli occhi dei figli. Questo significherebbe tuttavia preoccuparsi di salvaguardare la propria immagine, mentre anche durante una separazione si deve porre al primo posto il bene dei figli (Vegetti Finzi, 2005), cercando di stabilire dei confini tra i sentimenti provati nei confronti dell’ex coniuge e quelli per i figli (Oliverio Ferraris, 2005).

     

    Un ambiente stabile

    La stabilità dell’ambiente, in particolare per il bambino piccolo, rappresenta un fattore cruciale per il benessere psicologico: se gli adulti, separandosi, gli hanno rivoluzionato la vita, conservino per quanto possibile il suo habitat, lo si fa persino con gli animali in cattività (Vegetti Finzi, 2005): è importante perciò, nei limiti del possibile, che il bambino rimanga a vivere nella propria casa, circondato dagli oggetti e dalle persone che gli sono familiari, mantenendo inalterati orari e routine. D’altra parte, il genitore che vive altrove dovrebbe rimanere una figura centrale nella vita dei figli (Oliverio Ferraris, 2005): essi hanno il diritto di poter continuare a vedere con continuità il genitore, mantenendo con lui un rapporto equilibrato.

     

    La gestione dei figli nella separazione e nel divorzio: nuovi partner

    Un ulteriore momento di criticità può verificarsi quando uno o entrambi i genitori decidono di presentare ai figli i nuovi compagni: qui le reazioni sono davvero molteplici, poiché entrano in gioco più fattori: i sentimenti del nuovo partner rispetto ai figli dell’altro, i sentimenti degli stessi figli, l’atteggiamento dell’altro genitore nei confronti del nuovo compagno dell’ex. Unico dato fondamentale da considerare riguarda l’importanza di procedere gradualmente, rispettando i tempi e la sensibilità dei figli, senza forzature che potrebbero risultare premature e dannose.

     

    Dare un significato

    Infine, per la gestone dei figli nella separazione e nel divorzio, è importante sottolineare il ruolo fondamentale che ha il poter inserire le vicende della vita in un quadro che possa avere un senso per la persona, in cui ciò che si è vissuto viene organizzato e intessuto all’interno di una trama fatta di affetti e emozioni riconosciuti e condivisi. Se i figli potranno contare sul tempo, sulla presenza e sulla comprensione di entrambi i genitori, si potranno confrontare con quanto accaduto, dando all’esperienza un significato che non risulterà dannoso per la loro vita futura.

     

    Bibliografia

    :: Oliverio Ferraris, A. (2005). Dai figli non si divorzia. Rizzoli Ed., Milano

    :: Vegetti Finzi, S. (2005). Quando i genitori si dividono. Arnoldo Mondadori Ed., Milano

     

    Redazione Pagine Blu

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