Soffro di attacchi di panico e sono ormai passati 5 anni.
D Gentile dottore,
mi chiamo Anna O. e soffro di attacchi di panico da circa cinque anni. Ho trovato il suo indirizzo e-mail su Internet. Le scrivo perchè in questa piovosa domenica sono giunta al limite della mia sopportazione e mi sono “tuffata” in rete nella speranza, o forse illusione, di trovare qualcuno che abbia la soluzione alla mia sofferenza.
Ho 27 anni e da circa 5 anni soffro di attacchi di panico, depressione ed un’immane angoscia che divora tutte le mie energie e la mia voglia di vivere. Non ne posso più….devo e voglio assolutamente guarire definitivamente da questa maledizione. Sono in cura da circa 4 anni e mezzo da uno psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo-comportamentale e prendo psicofarmaci da circa 3 anni. Attualmente sto prendendo Elopram (mezza compressa tre volte al giorno) e Mialin 0,25 ( mezza compressa 4 volte al dì), ma nonostante la mia tenacia e le varie terapie sto sempre peggio. Sto naufragando nella melmosa realtà che mi affligge…..
Sto sbagliando qualcosa? Tipo di terapia? Tipo di farmaci? Cosa mi impedisce di guarire? La prego, sono disperata…..mi aiuti se può!! La ringrazio per l’attenzione!
Cordialmente
Anna O.
Risposta alla domanda: Da circa 5 anni soffro di attacchi di panico.
R Gentile Anna O.
le parole che più mi hanno colpito della sua richiesta sono “non ne posso più….devo e voglio assolutamente guarire definitivamente da questa maledizione”. La sua non è una maledizione. E’ un lungo momento di crisi dal quale può e deve uscire, portando con sé una maggiore conoscenza della vita e di sé. E perfino un senso di gratitudine per quelli che adesso le sembrano gli anni più difficili.I cinesi scrivono la parola crisi con due ideogrammi, uno dei quali significa “rottura” e l’altro “l’opportunità”. Non avverta quello che le accade come una “maledizione”, e non solo come la “rottura” di un soddisfacente equilibrio che verosimilmente l’ha accompagnata fino a pochi anni fa, ma come una straordinaria opportunità che la vita le offre. L’opportunità di desiderare con “forza” di essere più “forte”; l’opportunità di incamminarsi lungo una strada nuova, forse all’inizio faticosa, lungo la “grande via” che porta alla conoscenza di sé; l’opportunità di tornare da questo viaggio con occhi nuovi, e forse una luce diversa negli occhi…
Lei mi parla di molte strade tentate, ma molte strade devono essere tentate a volte prima di uscire da una domenica piovosa, o da una foresta in cui strani maghi che si fanno chiamare “Panico” e “Angoscia”, accompagnati da folletti che si chiamano “Elopram” e “Mialin”, pretendono di occultare i sentieri, le tracce, i colori, a volte perfino la luce del sole. Succede anche a volte, durante la ricerca, quando lo si desidera fortemente, che a dispetto di maghi e folletti si intraveda improvvisamente un sentiero nuovo, e che da quel sentiero sembri provenire una luce diversa.
Abbia molta cura di sè.