Chi sono gli Adolescenti Hikikomori?
Preadolescenti e Adolescenti autoreclusi sempre Online
Articolo della dott.ssa Eugenia Cardilli Psicologa Psicoterapeuta EMDR Roma
“Hikikomori” è un termine coniato dallo psichiatra giapponese Saito Tamaki derivante dalle parole giapponesi “hiku” e “komoru” (ritirarsi) letteralmente “stare in disparte, isolarsi,”. Gli hikikomori sono gli adolescenti che rifiutano il mondo e si chiudono in camera senza più volerne uscire per mesi o addirittura per anni.
Tale fenomeno, che è esploso in Giappone negli anni 80, è da tempo in crescita anche nel nostro paese.
Caratteristiche degli adolescenti Hikikomori
Apparentemente sembra una forma di apatia scolastica e di ritiro sociale: gli adolescenti interrompono le relazioni sociali e si confinano nella propria stanza rimanendo sempre connessi al computer , anche dalle dieci alle dodici ore al giorno.
Adolescenti Hikikomori in Italia
In Italia sono stati diagnosticati i primi casi nel 2007 e da allora sono in aumento. Di solito sono giovani di sesso maschile di circa 15/16 anni, anche se ultimamente l’età di esordio si è abbassata coinvolgendo ragazzi delle scuole medie. Solo il 10% sono ragazze. Non sappiamo quanti adolescenti in Italia soffrano di questa particolare e complessa forma di ritiro sociale, si stima intorno ai 100 mila.
La vergogna negli adolescenti hikikomori
È facile confondere il dramma del ritiro sociale con la dipendenza o la depressione, molti aspetti sono infatti comuni. Chi soffre di dipendenza o depressione, se privato di internet, si occupa di altro restando sempre chiuso nella propria stanza; chi è depresso in particolare si sente triste, piange e non riesce a relazionarsi.
Invece negli hikikomori un fattore importante di differenziazione è un sentimento prevalente di “vergogna”, cioè l’incapacità di sostenere il peso dello sguardo dei coetanei.
I ragazzi hikikomori si sentono in pericolo e non se la sentono di affrontare la frustrazione della scuola, pur avendo buone capacità di apprendimento. All’improvviso si ritrovano con un corpo cresciuto col quale convivere e fare i conti, incapaci di sentirsi all’altezza delle situazioni sociali e relazionali.
Sperimentano quindi sentimenti di mortificazione, temono la competizione e il rifiuto.
Adolescenti Hikikomori: I primi sintomi
I primi sintomi del ritiro sociale sono psicosomatici e si manifestano nel corpo, ad esempio mal di pancia, mal di testa, sensazioni di malessere. Si ritirano quindi per curarsi nel corpo ma finiscono per non uscire più di casa.
Adolescenti Hikikomori: quali sono i fattori di rischio?
Quali sono i ragazzi più a rischio di ritiro sociale? Sono ragazzi cresciuti in ambienti stimolanti dove le aspettative familiari sono molto alte. Ragazzi spesso talentuosi dai quali ci si aspetta molto ma che non si sentono in realtà all’altezza e quindi per sentimenti di vergogna e frustrazione si recludono nella loro stanza. Anche i contatti con i familiari sono negati, spesso nemmeno si lavano o si prendono cura del loro corpo.
Il mondo virtuale degli adolescenti Hikikomori
Posti di fronte alle comuni sfide della crescita scelgono di evitare il mondo esterno e si auto-recludono nella propria camera dove i contatti sono limitati all’universo virtuale con i videogiochi e i social network.
Gli hikikomori si rifugiano in un universo parallelo attraverso la rete e instaurano dei legami sociali virtuali che non richiedono di ettere in gioco la propria fisicità.
Su internet è una realtà differente dove nessuno si aspetta nulla ed è facile crearsi una vita fuori dalla vita.
In un secondo momento può accadere che l’adolescente ritirato riesca a farsi accettare in un gruppo di altri ragazzi conosciuti online. Questo aspetto di socialità gruppale può aiutarli rafforzare la loro autostima fino al punto da riuscire a tornare nella realtà del mondo esterno, iniziando così la loro “rinascita”.
Cosa possono fare i genitori degli adolescenti hikikomori?
Per quanto la situazione dei genitori degli hikikomori possa essere difficile e frustrante e preoccupante, è importante che essi assecondino il ritiro del ragazzo, senza forzare i tempi.
La famiglia che vive con molta angoscia questa situazione può richiedere l’aiuto di un professionista e attuare così un “intervento psicologico indiretto.
Per l’hikikomori è infatti molto difficile affidarsi a uno psicoterapeuta, pertanto “l’intervento indiretto” è una valida possibilità di sostegno sia per il ragazzo che per la sua famiglia.
Articolo della dott.ssa Eugenia Cardilli Psicologa Psicoterapeuta EMDR Roma